sabato 3 marzo 2012

Sguardi Diritti al Piccolo Apollo di Roma


Da lunedì 5 a giovedì 8 marzo, ogni sera alle 20.00, il cinema Piccolo Apollo di Roma (via Conte Verde 51, c/o ITIS Galilei) ospiterà la rassegna di documentari Sguardi Diritti, dedicata ai diritti umani: «un viaggio ad altezza di videocamera tra Afghanistan, Somalia, Tunisia e Italia, una rassegna di sguardi diretti e inediti sul mondo che cambia. Dalla lotta di emancipazione delle donne, alla primavera araba, al rebus dell'accoglienza in Italia».
L’iniziativa è organizzata dall'Associazione Apollo 11 insieme a Focus Casa dei Diritti Sociali, Un ponte per… e Officine, con la collaborazione dell'Archivio memorie Migranti. Le proiezioni saranno precedute da un rinfresco e concluse da un dibattito alla presenza degli autori delle opere, con la partecipazione in sala di diversi altri ospiti provenienti dal mondo del dell’associazionismo, della politica, del giornalismo, della ricerca e della letteratura.

 
Si comincia lunedì (serata a cura di Apollo 11 e Officine) con Afgana – Kabul 2011, una videotestimonianza di Riccardo Biadene sulle forme di autorganizzazione della società civile afgana, determinata a partecipare al processo di pacificazione del Paese, e con il pluripremiato Girls on the air di Valentina Monti, la storia di Humaira, giornalista venticinquenne afgana, fondatrice nel 2003 di Radio Sahar, una stazione FM comunitaria e indipendente: «lo sguardo di Humaira racconta i contrasti di un paese segnato dalla violenza sulle donne e dagli attacchi dei kamikaze dove è ancora possibile trovare nell'umorismo, nella poesia e nel sogno armi interiori di sopravvivenza». Partecipano alla discussione finale Emanuele Giordana, portavoce di Afgana.org, e Giuliano Battiston, giornalista e ricercatore freelance.


Si continua martedì (serata a cura della Casa dei Diritti Sociali) con River, cortometraggio di Tommaso Cammarano e Antonio De Matteo sull’incontro di rom e romani, incarnato da due coppie che passeggiano lungo le sponde del Tevere fino alla periferia romana, e con Inshallah, documentario-instant movie di Antonio Laforgia, che racconta la storia di Mohammed Alì, ventiseienne tunisino: «è la sua storia, ma è anche quella di un’intera generazione, protagonista della rivoluzione tunisina prima e di un esodo di massa verso l’Europa poi. Ed è la storia di un Paese, l’Italia, che si ritrova ad essere sia il primo approdo, la salvezza, che un ostacolo da superare per raggiungere la Francia ed un sogno di libertà».  In sala saranno presenti Riccardo Noury, per Amnesty International, e Concetta Ricciardi, per l’associazione Spirit Romanesc.


Mercoledì (serata a cura di Un ponte per...) è la volta di Zaynab’s Sisters, documentario di Carolina Popolani incentrato sulla figura di Zaynab al-Ghazali (1917-2005), attivista egiziana che insieme con Hasan Al-Banna ha dato vita al “Movimento delle donne musulmane” in Egitto, essendo perciò condannata anche alla reclusione; in Zaynab’s Sisters tutte le protagoniste «concordano sul fatto che l’islam ha dato libertà e diritti alle donne e dunque affinché la donna egiziana sia completamente libera basterebbe applicarne i precetti alla lettera. Ma non tutti sono d’accordo su questo, un paio di voci laiche contraddicono le protagoniste: un dibattito più che mai aperto all’interno della società egiziana». 


Alla proiezione di mercoledì segue la presentazione del libro di Renata Pedicelli Il velo nell’Islam. Storia, politica, estetica. In sala con le autrici delle due opere ci saranno anche Imen Ben Mohamed, deputata dell’Assemblea Costituente Tunisina, Isadora d’Aimmo, dell’Istituto Italiano di Scienze Umane di Napoli, e Roberta Denaro, dell’Istituto Orientale di Napoli.


La rassegna si chiude giovedì (serata a cura di Apollo 11) con Ferrhotel di Mariangela Barbanente, la storia di un gruppo di ragazzi e ragazze di origine somala, rifugiati politici neanche trentenni, che a Bari, a due passi dalla stazione centrale, hanno occupato un piccolo albergo dismesso per ricominciare da lì la propria vita, dopo essere passati per i centri di accoglienza e la conquista del permesso di soggiorno ed essere così arrivati alla «zona grigia» che precede l’integrazione (la quale, purtroppo, spesso resta una speranza disattesa): «Questo piccolo albergo, microcosmo di destini incrociati, si è rivelato il punto d’osservazione migliore, perché la normalità comincia avendo una casa, un rifugio, un luogo in cui sedersi e riprendere fiato». Parteciperanno al dibattito finale Matteo Guglielmo, ricercatore e collaboratore di Limes, e le scrittrici Cristina Ali Farah e Carola Susani.


 
Fonte: Apollo 11

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