mercoledì 22 giugno 2011

Italiani nel mondo: 150 anni di unità e di emigrazione


Anche gli italiani sono migranti e anche gli italiani all’estero contribuiscono all’unità del nostro Paese: questi i due messaggi lanciati ieri, durante la presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2011, promosso dalla Fondazione Migrantes e curato da Delfina Licata e Franco Pittau(1). Nell’anno in cui si celebrano i 150 anni dell’Italia unita e nei mesi in cui tanto accesamente si discute di migrazione, non è retorico evidenziare la situazione dei nostri connazionali all’estero, fondata su un passato di sofferenze e su un presente in cui non si perde il sentimento dell’italianità.

lunedì 20 giugno 2011

In treno: parmigiane e napoletane

– Vi ricordate quando si faceva il ragù, ci si svegliava la domenica all’alba?
– Eh!
– …
– …
– Ma voi, per esempio, la fate spesso la parmigiana?
– No, e chi se la può mangiare più! La faccio così, una tanta.

giovedì 16 giugno 2011

La presentazione del Glossario EMN Migrazione e Asilo


Il Glossario EMN Migrazione e Asilo è stato presentato ieri a Roma, in tre diversi luoghi e momenti. L’incontro di apertura si è tenuto presso lo Spazio Europa di via IV Novembre, definito dai relatori(1) «porta dell’Europa in Italia», ed è stato seguito da un pubblico giovane e numeroso. Tra gli intervenuti, Antonio Ricci ha evidenziato le varie difficoltà nel tradurre i termini che riguardano la migrazione: un’espressione che in una lingua è neutra, in un’altra può essere connotata (per lo più negativamente), com’è il caso di irregular migrant in inglese e di migrante irregolare in italiano. Oppure una locuzione può assumere significati diversi in ciascun Paese, come ad esempio immigrazione circolare. O ancora, il termine rimpatrio, usato nella nostra legislazione nazionale, in ambito europeo è sconsigliato: a esso è preferibile ritorno. Ricci ha citato, infine, il caso della Norvegia e della Svizzera, concordi nell’essere definite ‘Paesi non comunitari’, ma attente a non voler essere etichettate come ‘Paesi terzi’, avendo libera circolazione nell’Unione europea.

Il Glossario EMN Migrazione e Asilo: trecento termini, plurilinguismo, fonti

Come si dice ‘rifugiato’ in inglese? E in francese, greco, portoghese? E cosa significa, precisamente, in italiano? Chi l’ha stabilito? Da oggi, per rispondere a queste domande, basta consultare il Glossario EMN Migrazione e Asilo. Trecento termini, plurilinguismo e fonti giuridiche internazionali costituiscono la forza di questo strumento unico nel nostro Paese, che finalmente fornisce la traduzione delle parole della migrazione, nelle diverse lingue degli Stati comunitari. Una comunicazione puntuale e priva di equivoci è naturalmente lo scopo del Glossario.

mercoledì 15 giugno 2011

Dagli "extracomunitari" ai "vandali", la barbarie delle parole sulle pagine dei giornali

A proposito di quanto detto sulla Carta di Roma, si riporta qui di seguito il testo di una lettera inviata alla redazione di Repubblica Napoli (non pubblicata). La lettera risale allo scorso anno. La questione, però, purtroppo è sempre attuale.

Gentili redattori,

mercoledì 2 giugno, a pagina VII di Repubblica Napoli, ho letto l’articolo In campo contro il razzismo, che annunciava un’imminente iniziativa multietnica del Coni provinciale, la quale ha lo scopo di «favorire l’integrazione e dare un calcio al razzismo». Sarebbe bene, però, combattere i pregiudizi etnici non solo sui campi di calcio, ma anche sulle pagine dei giornali, cominciando dalla scelta e dalle sfumature delle espressioni usate.

martedì 14 giugno 2011

Cavia ferita in libreria

Una buona notizia: qualcuno ha cercato un testo di cui qui si è parlato. Una cattiva notizia: quella che segue.

Napoli, Feltrinelli, piazza Garibaldi

– Buonasera, sto cercando Ferito a morte di La Capria. Sullo scaffale, sotto la <L> non c’è.
– Controllo subito. Com’è il titolo, La cavia?

Terry Gilliam a Napoli con la sua Wholly Family: i favorevoli e i contrari

Napoli, si è detto, è una città che naturalmente si fa raccontare. Quale può essere, però, lo stile per narrarla? Quale punto di vista, quali elementi del suo groviglio possono essere scelti per rappresentarla?
Attualmente è nelle sale e sul sito della pasta Garofalo The Wholly Family, il cortometraggio di Terry Gilliam ambientato nel centro storico della città (e in uno spazio onirico). I pareri al riguardo, còlti nei commenti dopo la proiezione al cinema e sulle pagine dei social network, sono discordanti. Di seguito la sintesi di alcune osservazioni a favore e contrarie.

lunedì 13 giugno 2011

La Carta di Roma: il rispetto dei migranti, a parole e quindi a fatti

A giudicare dal linguaggio di buona parte dei giornali e siti di informazione (di qualsiasi gruppo e orientamento politico), le indicazioni contenute nella Carta di Roma non sono ancora padroneggiate (o conosciute?) da chi nel nostro Paese gestisce le notizie. Ad esempio, parole come immigrati, migranti, rifugiati, extracomunitari, clandestini vengono alternate con disinvoltura, inconsapevolezza, come se si trattasse di ovvi sinonimi o termini interscambiabili. Eppure, il Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti (meglio noto, appunto, come Carta di Roma) si è espresso chiaramente al riguardo.

venerdì 10 giugno 2011

Traduzione alla Lettera (Internazionale)


La presentazione di Lettera Internazionale, tenutasi mercoledì presso la Società Dante Alighieri di Roma, è stata l’occasione per approfondire uno dei temi cari alla rivista, quello della traduzione. Tema caro, perché il trimestrale diretto da Biancamaria Bruno si nutre principalmente di testi tradotti, inediti in italiano. La rivista stessa è parte di un progetto plurilingue e pluriculturale nato nel 1984 dall’idea del cecoslovacco Antonin Liehm e che ancora oggi attraversa l’Europa, grazie alla pubblicazione dell’edizione danese, rumena, spagnola, tedesca, ungherese e, appunto, italiana. La traduzione, però, non interessa le varie redazioni tra loro: ciascuna edizione opera in autonomia, i testi prescelti sono diversi, ma tutti i collaboratori agiscono nell’obiettivo comune di promuovere il dialogo tra le varie culture del mondo «attraverso la diffusione di una letteratura e di una saggistica di alto livello».

giovedì 9 giugno 2011

Letteratura, musica e teatro a Napoli: progressi o regressi in cinque anni?

Nel 2009, per i tipi berlinesi di Reimer, è uscito un volume su Napoli, indagata dal punto di vista culturale, antropologico, politico, sociale e urbanistico, dal 1400 al presente. Si riporta qui di seguito la traduzione in italiano del paragrafo sulla letteratura, la musica e il teatro contemporanei (un po’ datato – i riferimenti risalgono al 2006 – ma altrimenti non facilmente reperibile):

La cultura, a Napoli, non vive un periodo facile, almeno dall’inizio del nuovo millennio e secondo la percezione dei suoi protagonisti. Alla fine di ottobre 2004 il filosofo Aldo Masullo, dalle pagine del Mattino, il principale quotidiano della città, ha lanciato un appello significativo, «Salviamo Napoli», che ha riscosso una vasta eco mediatica ed è diventato lo slogan del cosiddetto, controverso Manifesto degli intellettuali: gli uomini di cultura partenopei hanno mosso un’accusa contro il degrado della società civile – che si rifletterebbe anche in ambito creativo – e contro il mancato coinvolgimento degli intellettuali nelle questioni fondamentali per la città.

Par condicio (per evitare tensioni)

Politica senza politeness e senza lettere

mercoledì 8 giugno 2011

Disservizi alle Poste: un problema (non) antico

Varavo mnogo je toga u Rimu i italskoj zemlji,
   Ama varaviji sveg strančev u poštu je nad.
Radi u Rimu šta hoćeš, a pisama pisati nemoj,
   Kockaj se, kurvaj se, pij – tu je izvesniji ždreb.
Jer ćeš se, inače, zalud, po povratku svome iz Rima,
   Mnogome znaniku svom kleti da pisa mu ti.
Kikeron Atiku piše, da vest je o Kajsara smrti
   Stigla na germansko tlo ravno na deseti dan.
Tako, do Rajne od Rima u doba republike rimske
   Pošta je imala put stotinu milja na dan.
Danas od Rima do Rajne republike italske pošta
   Luta po mesec po dva slabo kad svršivši put.
Ti što se pismu iz Rima veseliš i nadaš te čekaš,
   Nad ti je zaludan, znaj, pismo je pojeo put.
Zaman bi danas Odisej sa italskog tla Penelopi
   Poslao jav da je živ: pre bi joj stigao sam.

Molte ne vedi chimere a Roma e sull’italico suolo,
   Ma la più grande, straniero, sta nell’affidarsi alla posta.
Fa’ quel che vuoi a Roma, ma lettere non scrivere mai:
   Va’ a puttane o bevi o gioca a carte, a lotto,
Se non vuoi giurare invano, al tuo ritorno da Roma,
   Ad ogni amico che hai di avergli scritto da Roma.
Cicerone ad Attico scrive che la notizia della morte di Cesare
   Giunse in germanico suolo in una decina di giorni.
Quindi da Roma al Reno, viaggiava la posta romana,
   Se il calcolo non inganna, cento miglia il giorno.
Oggi da Roma al Reno la posta italiana ci mette
   Uno o due mesi, talvolta non giunge affatto.
Tu che gioisci in attesa della lettera scritta da Roma,
   Ricrediti: vana speranza, la lettera s’è persa per strada.
Vano sarebbe che oggi a Penelope scrivesse da Roma
   D’essere vivo Ulisse: ben prima arriverebbe lui.

Sinan Gudžević, Rimski epigrami, 2001 [Epigrammi romani, 2006, traduzione di Sinan Gudžević e Raffaella Marzano per Multimedia Edizioni]

Scrivere, e scrivere

– Scrivi ancora?
– Sì, proprio in questi giorni sto finendo un manuale per il lavoro.
– …
– Ah, e poi sto cominciando un saggio.
– Ma per te, non scrivi più?
– …
– Ricordo che un tempo scrivevi…
– Ah sì, collaboro con alcune riviste! Se ti va, ti mando qualche articolo…
– Che peccato che non scrivi più.

lunedì 6 giugno 2011

La Capria, ferito a morte in un'altra galassia


Sembra davvero arrivare da un’altra galassia, il La Capria che ha festeggiato i cinquant’anni di Ferito a morte, ieri a Napoli, nel chiostro di San Paolo Maggiore: si intrattiene su questioni di poetica, accenna a una filosofia di vita, ma di critica sociale alla città non vuole proprio parlare. Come se ormai si trattasse di un’altra dimensione.
In dialogo con Silvio Perrella, sin dall’esordio conferisce l’impronta desiderata alla conversazione: leggendo l’incipit del romanzo, subito disquisisce di scelte stilistiche e passaggio di anni, soffermandosi su quella «fortezza volante» che in una più recente edizione si è trasformata in «aereo», per adeguare ai tempi i termini della similitudine.

domenica 5 giugno 2011

O un grande amore o ve ne dovete andare

Roma era la nostra città, ci tollerava e ci blandiva ed anch’io finii per scoprire che nonostante i lavori sporadici, le settimane di fame, le camere d’albergo umide e tenebrose, dai mobili giallicci e scricchiolanti come uccisi ed essiccati da una oscura malattia di fegato, era il solo posto dove potessi vivere. Eppure se ripenso a quegli anni non riesco a mettere a fuoco che pochissimi volti, pochissimi fatti perché Roma ha in sé una ebbrezza particolare che brucia i ricordi. Più che una città è una parte segreta di voi, una belva nascosta. Con lei niente mezze misure, o un grande amore o ve ne dovete andare perché questo la dolce belva richiede, essere amata. Questo è il solo pedaggio che vi verrà imposto da qualunque parte veniate, dalle verdi, inerpicate strade del Sud, dagli altilenanti rettilinei del Nord o dagli abissi dell’anima vostra- Amata, vi si offrirà come voi la desiderate e non dovrete fare altro che lasciarvi andare alle lambenti onde del presente galleggiando ad un palmo dalla vostra legittima felicità. E per voi vi saranno serate estive trafitte di luci, vibranti mattini primaverili, le tovaglie dei caffè come gonne di ragazze agitate dal vento, affilati inverni e interminabili autunni quando essa vi apparirà inerme e malata, spossata, gonfia di foglie decapitate su cui i vostri passi non faranno rumore. E vi saranno le scalinate accecanti, le fontane strepitose, i templi in rovina e il silenzio notturno degli dei spodestati finché il tempo perderà ogni significato che non sia quello puerile di spingere gli orologi. Così anche voi giorno dopo giorno, aspettando, diverrete parte di essa. Così anche voi nutrirete la città. Finché in un giorno di sole, fiutando il vento che viene dal mare e guardando il cielo, scoprirete che non c’è più niente da aspettare.

Gianfranco Calligarich, L’ultima estate in città, Garzanti 1973

***

Roma, è un lungo tramonto.
[…] Tutto pensavo nella vita tranne che dover finire la mia vecchiaia in questo grande catino di città. Che accoglie tutti, democraticamente, con noncuranza e malevolenza. Senza fartene accorgere, però. Come certi colpi astuti nei caveau delle banche attraverso i tombini, Roma ti tende agguati continui e raffinati, ma i colpevoli sono sempre introvabili. Perché sono troppi i colpevoli.

Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione, Feltrinelli 2010

ARTICOLI CORRELATI
Vivere a Napoli o a Roma? Paolo Sorrentino risponde

Il nascere della popolazione dei napoletani

Il nascere della classe dei nobili, mi giovò appunto moltissimo per poter poi, senza la taccia d’invidioso e di vile, dispregiare la nobiltà per sé sola, svelarne le ridicolezze, gli abusi, ed i vizj; ma nel tempo stesso mi giovò non poco la utile e sana influenza di essa, per non contaminare poi mai in nulla la nobiltà dell’arte ch’io professava.

Vittorio Alfieri, Vita, 1804 

***

No, non faceva sul serio, non era possibile. A Napoli? E chi, e di che, s’è mai scandalizzato a Napoli? Dove lo metti il gusto della spregiudicatezza? Gli atteggiamenti da profeta disarmato qua non attaccano, si pensa sempre che lo fai per interesse. Poteva solo diventare antipatico ai suoi presunti colleghi. Stesse attento.
– Qui siamo tutti troppo simpatici, è una città di simpaticoni la nostra. Io la gente simpatica non la posso sopportare.


***

E comunque il napoletano però non si riconosce, non si vorrà mai riconoscere, nel modello che gli offre lo specchio della “napoletanità”. Egli “sa” di non essere quello, lo rifiuta e a volte ne è disgustato. Ma non sa cosa potrebbe essere al di fuori di quello. Ed è dunque con un misto di attrazione e repulsione che egli si contempla, e anche questo suo atteggiamento nei confronti della “napoletanità” fa parte della sua “napoletanità”, perché la “napoletanità” è inevadibile per lui; e fa parte anche della “napoletanità” sapere che questo circolo vizioso è cosa relativa e da non sopravvalutare, perché ognuno è condizionato da qualche cosa e deve confrontarsi con quella, prima di confrontarsi con le cose che contano.

Fodografia propedeudica

Regole eccezionali

Coerenza, attenzione, cura. Efficacia. Rispetto delle regole e delle norme. Eccezioni.