martedì 14 giugno 2011

Terry Gilliam a Napoli con la sua Wholly Family: i favorevoli e i contrari

Napoli, si è detto, è una città che naturalmente si fa raccontare. Quale può essere, però, lo stile per narrarla? Quale punto di vista, quali elementi del suo groviglio possono essere scelti per rappresentarla?
Attualmente è nelle sale e sul sito della pasta Garofalo The Wholly Family, il cortometraggio di Terry Gilliam ambientato nel centro storico della città (e in uno spazio onirico). I pareri al riguardo, còlti nei commenti dopo la proiezione al cinema e sulle pagine dei social network, sono discordanti. Di seguito la sintesi di alcune osservazioni a favore e contrarie.

Favorevoli
Premessa: i favorevoli si dichiarano appassionati di Terry Gilliam e non si soffermano particolarmente sulla struttura narrativa del cortometraggio. I commenti sono entusiasti («bellissimo», «geniale», «pazzo e geniale»). L’immaginario infantile del protagonista è assimilato allo sguardo straniero su Napoli: in una città che bombarda di stimoli, ingloba, chi non è abituato è questo che innanzitutto vede. Una delle cose che più piace e sorprende è scoprire quanto Napoli sia “gilliamesca”. Pulcinella e i pastori appaiono più vivi in questo cortometraggio che in oltre trent’anni di retorica napoletana. Il regista è dissacrante, rompe gli stereotipi. E passi che l’oggetto della narrazione sia la solita maschera napoletana: Gilliam ha sempre bisogno di figure iconiche e attorno a esse costruisce le sue storie; meglio questo Pulcinella magico che quello ripetuto dalla commedia dell'arte. Qualcuno vi legge una critica ironica allo stereotipo, per esempio nella figura della madre, odiosamente prevenuta. A qualcun altro piace molto la scena finale, «del tutto spiazzante».

Contrari
Premessa: i contrari riconoscono la forza visiva del cortometraggio. Il quale appare, però, il trionfo dello stereotipo. È vero, vi si può leggere lo sguardo di chi non è abituato, ma questo sembra perdersi nel cliché, non avere la capacità di andare a fondo, conservare, cioè, il limite di uno sguardo estraneo al contesto. Viceversa, un vecchio video dei Monty Python è citato come esempio di gioco arguto e magistrale sugli stereotipi culturali. The Wholly Family risulta irritante. Addirittura qualcuno si chiede: «Perché Gilliam fa questo ai napoletani?», come se la città si risolvesse tutta e sempre in Pulcinella. Qualcun altro aggiunge che il cortometraggio è mal recitato e noioso: manca totalmente di ritmo, e un cortometraggio senza ritmo…

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