martedì 9 agosto 2011

Raffaele La Capria: il «poetico litigio» tra Napoli e i suoi scrittori

Nonostante la dichiarata ritrosia a parlare di Napoli, dovuta a una sorta di pudore e rispetto, Raffaele La Capria si è espresso recentemente sul luogo delle sue origini e dei suoi sporadici ritorni, in un articolo intenso ed erudito per il Corriere della Sera. Tra i vari spunti offerti, l’autore ha anche messo in luce il «poetico litigio» tra la città e i suoi scrittori.
Sui narratori napoletani, in particolare su quelli di ultima generazione, La Capria aveva già ricevuto una sollecitazione da Chiara Gamberale, nella videointervista per “io.scrivo”, corso di scrittura dello stesso quotidiano (n° 17 del 18 luglio 2011): La Capria non ha voluto indicare alcun giovane autore da lui particolarmente amato, ma si è pronunciato in generale sulla condizione di chi scrive a Napoli.
Riportiamo di seguito il passaggio in questione della videointervista.

Chiara Gamberale: Ma ecco tu, dei giovani scrittori contemporanei napoletani, che cosa pensi, quali apprezzi, chi non apprezzi, chi pensi che in qualche modo possa restituire la voce di una città così complessa che tu hai saputo rendere così bene?

Raffaele La Capria: Guarda, io, fare – come dire – una graduatoria delle mie preferenze…

C.G.: No…

R.L.C.: …non mi piace, anche perché…

C.G.: Chi ti piace. Non vogliamo sapere chi non ti piace…

R.L.C.: …li considero tutti miei colleghi, so quanto sforzo, passione e fatica ci vuole a scrivere un libro e non mi va di stare lì a dire: «Questo…

C.G.: Ma infatti…

R.L.C.: …è bravo e quello no».

C.G.: …vogliamo solo sapere chi ti piace…

R.L.C.: Però ti voglio dire una cosa, che il rapporto che gli scrittori napoletani hanno con la loro città è un rapporto molto stimolante per uno scrittore, perché c’è sempre come una specie di poetico litigio fra loro e la città – no? – perché quella è una città che ti pone infinite domande e molto spesso delle domande la cui risposta è difficile, e quindi gli scrittori napoletani sono degli scrittori che vivono questo rapporto con la città in modo abbastanza drammatico. Senza contare, poi, che Napoli è una delle poche città italiane che dà conto di se stessa ogni anno attraverso i suoi scrittori. E questo fa capire anche il tormento di questa città, perché è una città – diciamo così – europea, che ha una classe intellettuale molto su e molto raffinata e che, insomma, si trova in condizioni molto difficili dal punto di vista sociale, economico e addirittura come eredità storica – capisci? – e questa è, insomma, la situazione degli scrittori napoletani.

ARTICOLI CORRELATI

Nessun commento:

Posta un commento