martedì 31 gennaio 2012

Risposte pratiche all’immigrazione irregolare – Il caso italiano

«Ancora oggi si può ritenere che, per rispondere alla crescente pressione migratoria, sia necessario ampliare le vie legali ed evitare che politiche migratorie eccessivamente restrittive diventino, esse stesse, causa di irregolarità». È quanto affermato nella pubblicazione Risposte pratiche all’immigrazione irregolare – Il caso italiano, diffusa oggi in Rete dall’EMN – European Migration Network e curata da Raffaele Callia, Marta Giuliani, Zsuzsanna Pasztor, Franco Pittau e Antonio Ricci.
Lo studio, caratterizzato dalla ricchezza delle fonti consultate e dei dati statistici presentati, fa parte di una più ampia ricerca di impatto comunitario e ha lo scopo precipuo di delineare un quadro analitico degli approcci esistenti, dei meccanismi e delle misure adottate a livello italiano per limitare la cosiddetta immigrazione irregolare. “Cosiddetta”, perché i distinguo da fare sono sempre essenziali. In linea con la precisione definitoria del Glossario Migrazione e Asilo, nell’introduzione a queste Risposte si sottolinea, infatti, la differenza tra “immigrazione non autorizzata” e “immigrazione irregolare”: «Sono migranti non autorizzati gli stranieri entrati in Italia senza alcuna autorizzazione all’ingresso, mentre sono definiti “irregolari” gli stranieri che hanno perduto i requisiti necessari per la permanenza sul territorio nazionale (ad esempio è questo il caso del permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato), di cui erano, però, in possesso al momento dell’ingresso in Italia».
La pubblicazione si articola in sette parti: introduzione; un quadro politico e giuridico; una sintesi delle misure pratiche (prima dell’ingresso; ingresso; permanenza; vie d’uscita dall’irregolarità; alcuni costi); un’analisi della cooperazione internazionale; stime e statistiche; conclusioni; allegato statistico.


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