mercoledì 1 febbraio 2012

Addio a Guida Merliani e ai suoi veri librai


La chiusura di Guida Merliani a Napoli è una notizia che provoca sconforto, soprattutto in chi in quella libreria ha fatto i primi incontri con testi amati, studiati, a volte anche solo sfogliati all’interno del negozio, nelle lunghe ore pomeridiane dell’adolescenza e della prima giovinezza. La chiusura di un luogo della cultura suscita sempre tristezza, si dirà, ma a volte il sentimento è più forte e giustificato.
Nel cuore commerciale del Vomero, Guida era una delle poche roccaforti che ancora sfuggiva all’impronta da supermercato della grande distribuzione. Da Guida non andavi a prendere l’aperitivo, comparare cellulari, cercare film o ascoltare dischi, ma, ciò che ha smesso di essere ovvio, a comprare libri soltanto; al massimo un dizionario, uno di quei macigni che ti accompagnava per anni, o una stampa antica, se eri in vena di riscoperta del passato. Non sgomitavi con gli altri nelle giornate di sabato e, quel che più conta, trovavi librai di una scuola ormai perduta, che ti riconoscevano, ti salutavano, capivano al volo di quale autore stessi parlando, ti consigliavano anche un’altra sua opera, sicuri si dirigevano allo scaffale. Un sogno, oggi che giovani capitati forse per caso dietro al terminale di un megastore spesso inciampano nei nomi degli scrittori più noti, hanno bisogno di te che li indirizzi nel loro digitare e tante volte, in mancanza del testo, neanche ti propongono: «Vuole che glielo ordini?», ma ti freddano con un nichilista: «Non ce l’abbiamo».
Perché, allora, Guida non è stata premiata e addirittura ha dovuto abbassare le serrande? Perché l’affitto del locale è aumentato vertiginosamente, all’improvviso diventando insostenibile. Al suo posto pare che apriranno un fast food. Lieviteranno le pance, non più gli animi.

M.L.P.

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