martedì 28 febbraio 2012

Lo scimmiottamento molesto e ignorante

Diverso, molto diverso, è il caso in cui si pretenda di fare i napoletani, quasi che fosse un diritto universale e inalienabile, senza avere la minima idea del problema, e comunque pretendendo di risultare simpatici, o almeno graditi, per lo sforzo compiuto, agli stessi napoletani, quelli veri. Io ricordo le smorfie di disappunto che si disegnavano sul volto di mio padre allorché, in televisione, sentiva cantare «in napoletano» qualche artista non napoletano. Il massimo del fastidio glielo procurava la difficoltà che alcuni interpreti trovavano nella pronuncia della fricativa postalveolare sorda napoletana, ovvero, per dirla in parole povere, di fronte al problema della esse impura alla napoletana, sbagliata o per eccesso di prudenza (dunque non pronunciata) o, all’opposto, per eccesso di liberalità (dunque pronunciata davanti a qualsiasi consonante: non solo, correttamente, sc-cuola o sc-pazio; ma anche, orribilmente, e trasformando il napoletano in una parlata tra l’abruzzese e il ciociaro, sc-tazione).

Francesco Durante, I napoletani, Neri Pozza 2011

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