martedì 7 febbraio 2012

Perrella, il Premio Napoli, il racconto coloniale e le catene invisibili


Rassegnando le dimissioni dalla presidenza del Premio Napoli, Silvio Perrella ha inviato una lettera alla comunità di lettori e di cittadini che negli anni hanno seguito la manifestazione. In un passaggio lo scrittore così si è espresso:

«Abbiamo vissuto insieme in questi anni un’esperienza che non esito a definire inusuale. Siamo andati in giro per la città, esplorandola, ponendole delle domande, verificando le possibili risposte. Si è formato via via un gruppo di persone sempre più ampio, si trattasse di autori premiati, di partecipanti alle nostre rassegne permanenti, di semplici curiosi, di lettori incalliti, di detenuti. Alla radice di ogni nostro gesto c’era un desiderio: scardinare il racconto coloniale che incatena la nostra città, con il paradosso che si tratta di catene invisibili. Andare alla Sanità, a Pizzofalcone, a Montesanto, ai Miracoli ha significato potere ragionare con dati di fatto alla mano. Oggi siamo in grado di citare pezzi interi di città che quel racconto lo sconfermano».

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