[…] Napoli è bella davvero e sarà ancora più bella ai vostri occhi se siete disposti a un’estetica allargata. Le grandi famiglie del passato si sono fatte costruire palazzi dentro vicoli angusti, potendo scegliere tutt’altra collocazione: raffinati scorci barocchi fanno così da palcoscenico e quinta teatrale a precarie sistemazioni popolari. C’è chi si indigna, ma quella promiscuità è familiarità, compenetrazione. A Napoli è l’architettura stessa del palazzo – con la sua corona di bassi tutto intorno – a suggerire che il signore preferiva vivere a stretto contatto con servitù, artigiani e bottegai; un po’ dei suoi modi venivano così assorbiti dal popolo, e un po’ della filosofia popolare entrava nel suo modo di essere.
AA.VV., Napoli e il Golfo – Guida Chat@win, Rizzoli 2010
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